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25 – 26 Ottobre 2025

Samsara Woods:
escursione in Val Grande

Nella più grande area selvaggia d'Italia

Parco nazionale Val Grande

Che aspetto avrebbe il nostro pianeta se l’essere umano scomparisse all’improvviso? Quanto durerebbero le case in cui abbiamo vissuto, le strade su cui abbiamo guidato tutti i giorni per andare a lavoro? Cosa accadrebbe alle nostre storie, alle nostre leggende, agli oggetti che abbiamo accumulato per tutta la vita, cercando in essi un antidoto all’impermanenza?

Non c’è bisogno di immaginarlo: ci sono posti dove questo è già successo.

Wilderness di ritorno

A un’ora e mezza da Milano, a due passi dal Lago Maggiore, c’è una valle da cui l’uomo si è ritirato completamente, disertando case, averi e ricordi. Qui, dopo oltre mezzo secolo di abbandono, le ferite inferte dalla civiltà si stanno rimarginando grazie al ritorno di ciò che era stato cacciato poiché “inutile e dannoso”: la natura selvaggia.

Dove c’erano baite, teleferiche e alpeggi, oggi rimangono solo ruderi fatiscenti, sommersi da un diluvio di “erbacce”: ortiche, rovi, sambuchi. Mentre le croci e le cappelle votive crollano sotto al peso dei rampicanti, animali araldici come il cervo e l’orso, il lupo e la vipera, tornano liberi dopo secoli di persecuzione e sfruttamento, protetti dall’impervietà assoluta di questi luoghi tornati selvaggi.

Storie di una civiltà scomparsa

Questa è la Val Grande, parco nazionale dal 1992, la più estesa “area wilderness” di Italia. È un mondo capovolto in cui si respira un’aria nostalgica, di abbandono e isolamento, ma anche di libertà: la libertà di immaginare un rapporto diverso con la natura, segnato da una consapevolezza ecologica, estetica e morale che si nutre del silenzio di queste valli solitarie, del loro disordine apparente, della loro geografia tormentata.

Eppure, anche nei valloni più cupi e inaccessibili, basta scostare un masso o falciare un rovo per cominciare a leggere storie di fatiche inimmaginabili, di rivalità e amori impossibili, di dèi e riti scomparsi.

È un territorio, la Val Grande, in cui le vicende umane e naturali si intrecciano a formare un’inedita mitologia alpina, capace di tramandare i valori ecologici della wilderness ma anche il brivido avventuroso che la attraversa: un sentimento che Nino Chiovini, il più grande narratore di queste montagne, chiamò “mal di Val Grande”.

Samsara Woods è il nuovo pianeta della galassia Samsara Roads, un progetto nato per esplorare la montagna con gli occhi della Storia e del mito, della scienza e della tecnica, attraverso gesti, saperi e sensazioni dimenticate, per ricucire il filo strappato che ci lega al nostro passato… a ciò che significa essere umani e di questa Terra.

Programma

25 e 26 Ottobre 2025

Giorno 1da Cicogna a Pian di Boit

Sabato 25 Ottobre 2025

  • Ritrovo ore 09:00 a Cicogna, a 730 metri di altitudine, nel parcheggio dove finisce la strada: da lì in poi si prosegue solo a piedi.
  • Briefing pre-partenza, distribuzione cibo (per la cena) ed eventuale attrezzatura.
  •  Si parte! La prima parte di sentiero attraversa il borgo di Cicogna. Poi si entra in un bosco di castagni, albero a lungo coltivato per i suoi frutti (ne raccoglieremo un po’ per cena) e il suo legname da costruzione, e si imbocca la mulattiera che segue il corso del Rio Pogallo fino all’omonimo corte, a 780 metri di altitudine, un tempo centro nevralgico dell’industria del legname, oggi in stato di semi-abbandono, un ottimo posto in cui osservare erbe ruderali come la parietaria, l’ortica, la malva o la piantaggine, tutte commestibili oltre che utili per altri scopi. 
  • Pausa pranzo (al sacco) in riva al Rio Pogallo, di fianco a una delle pozze più cristalline e accessibili del suo corso altrimenti accidentato. 
  • Ultima ora e mezza di cammino per raggiungere il bivacco, questa volta in un bosco di faggi, altro albero favorito dall’uomo per scopi selvicolturali, in particolare per il suo legno dall’elevato potere calorifico: è questo legno, infatti, che raccoglieremo, taglieremo e metteremo nella stufa stasera; i frutti del faggio, le faggiole, erano un tempo usate come succedaneo del caffè, oppure mangiate crude in periodi di carestia. Lungo il tragitto si incontrano i resti di baite, carbonaie, teleferiche arrugginite e altri reperti della civiltà agro-pastorale che un tempo faceva della Val Grande un luogo altamente antropizzato, una “città diffusa” sui monti. 
  • Arrivo al bivacco di Pian di Boit (1120 metri di altitudine), una piccola baita in pietra aperta a tutti, munita di stufa, tavolo per mangiare e soppalco per dormire. C’è anche una lampada che funziona grazie a dei piccoli pannelli solari, non sempre abbastanza carichi: dipenderà dal meteo! Non ci sono servizi igienici e l’acqua si prende da una fonte lì vicino. 
  • Dedicheremo le ultime ore di luce a raccogliere la legna nel bosco. Impareremo a tagliarla nel modo giusto, con tecniche diverse a seconda degli utensili: coltello, sega e accetta. Poi, usando la corteccia di betulla che avremo raccolto nel bosco, useremo l’acciarino – uno strumento usato per produrre scintille – per accendere il fuoco, una tecnica utilizzabile anche in situazioni di sopravvivenza. Vi mostrerò anche altre esche e inneschi naturali o artificiali. 
  • La sera, per cena, cucineremo insieme sulla stufa a ghisa del bivacco. Tre portate di cucina selvatica, molto semplici e nutrienti, a base di frutti e bacche di stagione: castagne, faggiole, nocciole, drupe del biancospino, eccetera. 
  • Prima di dormire, se il meteo lo consente, vi insegnerò a orientarvi usando alcune costellazioni. 

Giorno 2Pogallo e ritorno a Cicogna

Domenica 26 Ottobre

  • Ripartenza al mattino, dopo aver svuotato la stufa e sistemato il bivacco. Colazione al sacco accompagnata da infuso di erbe selvatiche. 
  • Riattraversiamo la faggeta, usando un sentiero alternativo a quello dell’andata, e ci fermiamo nel corte di Pogallo per una lezione di orientamento naturale, cartografia e uso della bussola, seguita da un’esercitazione. 
  • Pranzo al sacco. 
  • L’ultima ora e mezza di cammino ci riporta a Cicogna, punto di fine dell’escursione. Arrivo previsto verso le 16:00. 

Il costo di questa escursione è di

€ 168,00*

Per prenotare è necessario saldare la quota di iscrizione in anticipo: basta cliccare sul tasto “prenota” ed effettuare il pagamento online.

Questa escursione è aperta a un massimo di 6 partecipanti. 

Il prezzo include

GUIDA AMBIENTALE ESCURSIONISTICA

A guidare l’escursione sarà Stefano, guida ambientale escursionistica e socio AIGAE (Associazione Italiana Guide Ambientali Escursionistiche). La sua formazione comprende, tra gli altri, corsi di sopravvivenza, bushcraft, archeo-astronomia, foraging, cartografia, eccetera. 

PERNOTTAMENTO IN BIVACCO

Dormiremo nel bivacco di Pian di Boit, una piccola baita di sasso in una radura nel mezzo del bosco, aperta a tutti gli escursionisti gratuitamente, dotata di stufa a legna, tavolo e soppalco per dormire. Si dorme per terra, sui materassini e con sacco a pelo. L’acqua è disponibile alla fonte, a cinquanta metri dal bivacco. Non ci sono servizi igienici. La luce artificiale funziona solo se il pannello solare ha immagazzinato abbastanza energia durante la giornata. La situazione, nel complesso, è spartana e priva di comfort.

CENA IN BIVACCO

Al bivacco prepareremo insieme la cena sulla stufa a legna, sarà la guida a fornire gli ingredienti. 

I quattro pilastri di ogni escursione Samsara Woods

INTERPRETAZIONE AMBIENTALE

Imparare a leggere un territorio – quello boschivo, in particolare – attraverso conoscenze botaniche, faunistiche, storiche e antropologiche, per cogliere il battito misterioso delle forze che l’hanno plasmato. Perché in certe zone domina il castagno e in altre il faggio? Cosa ci dice la presenza di un ciliegio solitario nel bosco? Perché l’ortica e il sambuco spuntano solo in presenza di terreni disturbati dall’uomo? Domande come queste ci spingono a esplorare la complessità del paesaggio, riscoprendo mestieri e tradizioni scomparse, usi e costumi di una società che ha profondamente alterato l’aspetto delle nostre montagne… e che continua a farlo.

BUSHCRAFT

L’arte di essere a casa nei boschi: saper raccogliere, tagliare e lavorare la legna; accendere un fuoco; cucinare sulle braci; creare del cordame con fibre vegetali; usare utensili da taglio come coltelli, accette e seghe; costruirsi un riparo di fortuna; e molto altro ancora. 

FORAGING

Imparare a riconoscere, raccogliere e cucinare alcune delle erbe selvatiche più diffuse nei nostri boschi, nel rispetto dei vincoli di tutela ambientale, della stagionalità e della diffusione di certe specie. 

ORIENTAMENTO

Doversi orientare in un territorio senza l’ausilio di mezzi elettronici ci obbliga a osservarlo con una profondità, un’attenzione e un livello di dettaglio altrimenti impossibile. Accanto ai classici metodi di orientamento, con bussola e carta, esploreremo metodi più antichi, di orientamento naturale, legati all’osservazione delle stelle e del sole, della vegetazione e della geomorfologia. 

Dati tecnici del percorso

Lunghezza del percorso: circa 8.5km all’andata e altrettanti al ritorno.

Dati altimetrici: Cicogna 730 mt, Pogallo 780 mt, Pian di Boit 1120 mt.

Legenda: 1 = difficoltà minima, 5 = difficoltà massima.

Difficoltà tecnica: 2/5. Il percorso non presenta particolari difficoltà tecniche, salvo alcuni tratti esposti che potrebbero mettere in difficoltà chi soffre di vertigini. 

Difficoltà fisica: 3/5. La principale difficoltà, dal punto di vista fisico, è la stanchezza accumulata che si farà sentire il secondo giorno, specie con lo zaino in spalla, per il resto non ci sono salite o discese particolarmente ripide. Il sentiero si sviluppa principalmente a mezza costa, lungo il corso del Rio Pogallo, con frequenti (ma lievi) saliscendi. L’ultimo tratto di sentiero, prima di giungere alla radura in cui si trova il bivacco di Pian di Boit, è quello più ripido del percorso, con una pendenza media del 10%, comunque contenuta. C’è un piccolo guado da affrontare: in autunno (di solito) basta saltare sui massi in mezzo al torrente, non c’è bisogno di camminare nell’acqua, ma per chi vuole c’è anche una via alternativa senza guado.

Spirito di adattamento: 4/5. Quella della notte in bivacco è un’esperienza sicuramente spartana, priva di comfort, che richiede un buono spirito di adattamento. Non ci sono servizi igienici, l’acqua si trova a cento metri dal bivacco, l’unica fonte di riscaldamento è una vecchia stufa di ghisa alimentata a legna, l’ambiente è  buio e polveroso. Non è molto diverso, di fatto, da come vivevano gli abitanti di questa valle un secolo fa (e oltre).  

Clima: a fine Ottobre, in Val Grande, le temperature massime (in media) sono di 12/10°, le minime di 3/5°. Gli iscritti riceveranno una mail con info dettagliate sull’abbigliamento adeguato.

Regolamento e condizioni

  • Per partecipare a questa escursione è necessario essere in buone condizioni psico-fisiche, senza patologie che potrebbero mettere a repentaglio l’incolumità del partecipante, compromettere la buona riuscita dell’escursione, per sé e per gli altri, o tali da arrecare un disagio superiore a quello che ci si dovrebbe aspettare da un’attività all’aperto, fatta per svago e senza intenti agonistici. Ci sono passaggi esposti che potrebbero risultare problematici per chi soffre di vertigini. Ad ogni modo, terremo un passo confortevole per tutti, cercando di gestire le energie attraverso pause divulgative e non. È importante affrontare quest’esperienza con la giusta attitudine, positiva e curiosa, e lo spirito di adattamento necessario ad affrontare una notte in bivacco, in un luogo selvaggio e remoto, senza comfort di alcun tipo.
  • Per partecipare a questa escursione è obbligatorio indossare scarpe da trekking alte alla caviglia, con suola in buono stato, indispensabili per affrontare il fondo irregolare dei sentieri che percorreremo. Obbligatorio anche un k-way o scudo anti-pioggia, zaino capiente (minimo 30 litri) con copertura impermeabile e abbigliamento adeguato alle condizioni climatiche della stagione: una volta completata l’iscrizione, riceverai una mail con consigli dettagliati sull’abbigliamento e l’attrezzatura necessaria.
  • I partecipanti devono portare con sé: borraccia da almeno 1 litro (possono anche essere due più piccole), una scodella/piatto (più leggero è, meglio è), un cucchiaio, una tazza/bicchiere (meglio se di metallo o di legno), sacco a pelo adatto alle condizioni climatiche della stagione, materassino da campeggio, eventuali farmaci salvavita o d’uso quotidiano. Il materassino e il sacco a pelo possono essere noleggiati al prezzo di 20€. Gli utensili necessari alle attività previste dal programma, quali coltello, accetta, acciarino, bussola, eccetera, verranno forniti dalla guida.
  • Il pranzo di entrambi i giorni, così come la colazione del secondo giorno, è al sacco. Per la cena, invece, cucineremo insieme un pasto “selvatico”, con erbe e altri ingredienti del territorio. Consiglio di portare anche degli snack energetici (frutta secca, marmellata, cioccolata, barrette, etc).
  • È importante, pena l’esclusione dall’escursione, rispettare l’ambiente, la flora e la fauna selvatica del Parco, i compagni di escursione, nonché le indicazioni della guida su aspetti legati alla sicurezza e al regolamento dell’area protetta.
  • L’escursione sarà annullata in caso di allerta meteo da arancione in su.
  • La professione di guida ambientale escursionistica è esercitata ai sensi della legge 4/2013.

Politica di cancellazione

In caso di rinuncia all’escursione da parte degli iscritti, si applicano le seguenti condizioni:

– Se la rinuncia avviene entro un mese dall’escursione, è possibile ricevere il rimborso completo o un buono del valore equivalente da utilizzare entro un anno dall’iscrizione.

– Se la rinuncia avviene entro una settimana dall’escursione, è possibile ricevere un buono del valore equivalente da utilizzare entro un anno dall’iscrizione.

– Oltre questo limite (una settimana dall’escursione) non verrà erogato alcun buono o rimborso.

– In caso di annullamento dell’escursione per cause meteorologiche, o comunque per decisione della guida, si potrà scegliere in ogni caso tra il rimborso completo e un buono del valore equivalente.