CLIMA
Tropicale e subtropicale, con temperature estive che possono raggiungere i 48° C.
La stagione monsonica, che interessa l’intero territorio indiano con diversa intensità a seconda della zona, dura da maggio a settembre.
Il monsone è un evento meteorologico sostanzialmente imprevedibile, che ogni anno si manifesta in modo diverso da quello precedente. Per questo motivo, secondo la nostra esperienza, ha poco senso pianificare e organizzare le proprie vacanze in base ai suoi capricci, o addirittura rinunciare a un viaggio in India!
Il clima è molto vario, dagli aridi deserti del Rajasthan ai freddi altipiani dell’Assam, dalle umide paludi del West Bengal fino alla piacevole frescura dei boschi himalayani.
In linea di massima, in India possiamo individuare quattro stagioni; l’inverno, che comprende i mesi da Novembre a Marzo e può essere più o meno freddo a seconda della zone, l’estate, che comincia a dare i primi cenni ad Aprile per poi, a Maggio/ Giugno, sfociare nella stagione dei monsoni che dura circa fino a Settembre, e una stagione post-monsonica, che potrebbe essere paragonata al nostro autunno.
VALUTA E ATM
La valuta locale è la Rupia indiana (INR); 1 Euro vale circa 78 Rupie.
Ovunque sono presenti sportelli bancari per prelevare (i circuiti più diffusi sono Visa e MasterCard) ed uffici Western Union, e quasi sempre è accettato il pagamento con carta; è inoltre possibile cambiare presso gli uffici di cambio e, spesso, anche i negozianti offrono questo servizio.
Si consiglia di controllare, prima del viaggio, che la propria carta di credito o di debito sia stata abilitata a prelevare ed effettuare pagamenti fuori dalla zona Euro (spesso è un’operazione che si può fare in autonomia dal proprio Home banking)
FUSO ORARIO
+ 4 ore e 30 minuti rispetto all’Italia; + 3,30 quando in Italia vige l’ora legale.
TRASPORTI
Per spostarsi nelle città indiane, oltre ai classici taxi e agli autobus, sono diffusissimi gli auto-rickshaw, più comunemente chiamati tuk-tuk; dei mezzi di trasporto che a prima vista sembrano per due persone, ma che in realtà possono ospitarne fino a otto (o a volte anche di più!).
Sono molto meno cari dei taxi (i prezzi variano a seconda della città, ma una corsa non supera mai le 10 rupie se la si condivide con altre persone) e l’abitacolo aperto sui due lati permette di immergersi meglio nella confusionaria esperienza urbana di odori, polvere e colori.
A Calcutta, in particolare, sono diffusissimi anche i rickshaw trainati a mano dai cosiddetti uomini cavallo, solitamente contadini o persone molto povere che, dai loro villaggi, si spostano nelle grandi metropoli per trovare degli umili lavori.
Nelle città più grandi si trovano anche traghetti, Uber (o altre app simili) e la metropolitana.
Infine il treno: è senza dubbio il mezzo di trasporto più utilizzato in India per i viaggi a media e lunga distanza.
Nei treni urbani non esistono le cosiddette “classi”, ma esiste uno specifico scompartimento riservato alle donne (il cosiddetto “vagone per signore”).
Per quanto riguarda i treni extraurbani, invece, è possibile scegliere in quale classe si preferisce viaggiare: c’è la 1A (ovvero Prima classe con aria condizionata), 2A (Seconda Classe con aria condizionata), 3A (Terza classe con aria condizionata) e Sleepers (uguale alla Terza classe per i suoi tre piani di cuccette, ma non climatizzata e dunque dotata di sbarre alle finestre anziché di vetri).
Ovviamente il costo del biglietto varia notevolmente, ed è necessario prenotare con largo anticipo, specialmente durante le festività.
Un viaggio in treno, in India, è molto di più di un semplice spostamento; è una vera e propria esperienza che vi darà modo di interagire con la gente del posto, catapultandovi nella loro affascinante e talvolta bizzarra cultura.
Viaggiando in treno vi capiterà quasi sicuramente di essere approcciati dal passeggero (o, in alcuni casi, dall’intera famiglia!) che vi siede accanto; siate gentili e pazienti, gli Indiani sono estremamente curiosi e amano chiacchierare con i turisti!
PRESE ELETTRICHE
Le prese elettriche generalmente sono come quelle italiane a due fori, ma alcuni alberghi hanno mantenuto quelle a 3 lamelle.
Potrebbe comunque essere consigliabile portare almeno un adattatore.
RELIGIONE
L’India è stata la culla di alcune delle più importanti religioni mondiali – come l’Induismo e il Buddhismo – e, ancora oggi, un Paese dove la spiritualità influenza enormemente la vita quotidiana, sociale e familiare del suo quasi miliardo e mezzo di abitanti.
La religione più praticata è l’Induismo: una religione antichissima, mai caduta sotto il dominio di un’unica interpretazione o scuola, che per questo ha conosciuto uno sviluppo estremamente variegato, attingendo nel corso dei secoli a centinaia di culti locali, alcuni molto diversi tra di loro, migliaia di testi sacri, scuole di pensiero con vocazioni differenti e l’influenza di altre religioni approdate o nate nel Subcontinente indiano, come il Buddhismo e l’Islam. L’Induismo è una religione politeista – nella quale si dice siano adorati addirittura 330 milioni di Dei – ma secondo l’interpretazione più diffusa, tutte queste divinità altro non sono che diverse manifestazioni di un unico principio divino indefinibile e senza qualità – il Brahman – che attraversa tutto il creato, e al quale gli induisti aspirano ritornare e ricongiungersi al momento della morte (con quella che viene chiamata moksha o mukti).
Gli Dei più importanti e popolari dell’Induismo – o, almeno, quelli che si incontrano con più frequenza nei templi, negli altarini domestici e negli episodi della mitologia indù – sono Brahma, il creatore dell’Universo, Vishnu, colui che lo preserva, Shiva, il distruttore, e Shakti, la dinamica forza creatrice femminile – polo opposto della divinità maschile – che può assumere diverse forme, tra le quali, le più famose, Kali, Durga e Tara.
L’Induismo si caratterizza, tra le altre cose, anche per la suddivisione in caste, che è sopravvissuta fino ai giorni nostri. Tradizionalmente le caste principali sono quattro: i Bramini, detentori del sapere religioso e dei rituali, gli Ksatriya, la casta dei guerrieri e dei governanti, i Vaisya, commercianti e imprenditori, i Sudra, contadini e servi. Ci sono poi gli “intoccabili”, o fuori casta, che sono considerati il gradino più basso della gerarchia sociale indù, e che sono chiamati anche Dalit, che significa oppressi, oppure Harijans, figli di Dio. Di solito svolgono i lavori più umili, considerati impuri dalle caste più alte, come la pulizia delle strade o la cremazione dei cadaveri. Sebbene la suddivisione in caste non dovrebbe, ormai da anni, essere più causa di discriminazione ed emarginazione – se non altro a livello legislativo – alcune caste sono ancora oppresse e stigmatizzate dalle altre.
Le quattro caste sono poi suddivise, a loro volta, in una miriade di classi e sotto-classi.
Altre religioni nate in India sono il Gianismo, il Buddhismo e il Sikhismo, che oggi però sono praticate solo da una piccola percentuale della popolazione. Il Giainismo ha diverse affinità con l’Induismo, ed è caratterizzata in modo particolare dall’assoluta non-violenza verso tutti gli esseri viventi e da certe pratiche ascetiche estreme dei monaci jaina. Il Buddhismo è nato nell’odierna regione del Bihar, nell’India Nord-Orientale, da un principe diventato asceta; Siddharta Gautama, detto il Buddha. Sebbene sia stata a lungo la religione più diffusa dell’India, ha conosciuto un forte declino, tale per cui, oggi, meno dell’1% della popolazione indiana è di fede buddhista. Il Sikhismo, invece, è nato nel XV° secolo nell’India occidentale, ed è una religione monoteista che si oppone all’idolatria e al politeismo. Si è formata grazie all’opera di dieci Guru, che si sono succeduti nell’arco di circa due secoli. Ai sikh è proibito consumare alcol e tabacco; non possono mangiare alcun tipo di carne, pesce e uova; non possono tagliarsi i capelli e i peli del corpo. Sono riconoscibili per via delle lunghe barbe nere e i loro colorati turbanti drappeggiati in testa.
La seconda religione dell’India, per diffusione, è l’Islam; religione rivelata al Profeta Maometto attraverso la dottrina contenuta nel Corano, il libro sacro dei musulmani. Con circa 170 milioni di musulmani, l’India ha la terza popolazione islamica del mondo, dopo Indonesia e Pakistan. In India, l’Islam è stato portato dagli invasori giunti da Occidente; dinastie di governanti musulmani che si sono succeduti al trono dell’India del Nord per secoli; un periodo caratterizzato da feroci scontri, saccheggi, profanazioni, ma anche periodi di pacifica convivenza. Parallelamente, l’Islam è stato diffuso nel Subcontinente indiano da predicatori Sufi itineranti, mistici giunti soprattutto dalla Persia e dall’Asia centrale, che a piedi hanno portato e diffuso, di villaggio in villaggio, il messaggio di pace e sincretismo del Sufismo (corrente di ricerca mistica dell’Islam), che in questo modo ha anche influenzato ed è stato influenzato a sua volta dall’Induismo. Le tombe di questi predicatori e santi Sufi si trovano oggi in ogni angolo del Subcontinente indiano, e sono venerate sia da musulmani che indù.
Infine, sopravvivono in India delle minoranze di cristiani – soprattutto al Sud e nello stato di Goa – parsi o zoroastriani (soprattutto a Mumbai, dove ci sono le famose “Torri del Silenzio”; dove i cadaveri dei parsi vengono mangiati dai corvi) ed ebrei, con alcune sinagoghe degne di nota a Mumbai e Calcutta.
CIBO
A livello culinario, l’India è il paese delle spezie e del curry. La gastronomia viene trattata come un’arte e accompagnata da riti sociali e religiosi.
Non esiste un tipico stile culinario, in quanto la cucina Indiana non solo differisce tra i vari Stati, ma anche tra una regione e l’altra, e persino tra le varie famiglie e ceti sociali; si può comunque fare una distinzione generale tra la cucina dell’India del Nord, che fa più uso di carni ed è meno speziata, e quella del Sud, solitamente vegetariana e più speziata.
Come noto, in India si mangia con le mani, anzi, con la mano, solo la destra, poiché la sinistra si riserva tradizionalmente per le operazioni di igiene intima; utilizzando pollice, indice e medio, si formano delle palline di riso e condimento, oppure si spezza abilmente il roti, il buonissimo pane indiano, per poi intingerlo nei vari curry.
In ogni caso, è sempre possibile servirsi delle posate (solitamente agli stranieri vengono fornite anche se non richieste!).
Inoltre, un ruolo importantissimo è rivestito dallo street food, il cibo di strada, che in India è parte integrante della cultura nonché un’esperienza sensoriale a 360 gradi.
Solitamente, il cibo è preparato sul momento dalle mani esperte del venditore di turno che, con gesti rapidi ed accurati che spesso lasciano a bocca aperta, in meno di 3 minuti vi servirà un “piatto” della stessa complessità (e soprattutto bontà!) di quelli serviti al ristorante.
Non esistono ricette precise e non mangerete mai lo stesso papri chaat, lo stesso samosa o lo stesso dosa in India, poiché ogni venditore, ogni regione, ogni famiglia detiene un segreto, un proprio dosaggio personale di spezie che rende ogni ricetta unica e diversa da ogni altra.
Anche nel caso dello street food, ogni città ha i suoi snack tipici e ne esistono una varietà infinita.
Tra i più comuni troviamo i samosa, dei triangoli di pasta di farina fritta ripieni di verdure, patate, piselli, lenticchie, cipolle e tanto altro a seconda delle versioni, o le pakora, molto simili ai samosa dove si utilizza la farina di ceci al posto di quella tradizionale.
Un altro snack gettonatissimo è il pani puri, conosciuto anche come golgappa o puchka, che consiste in un croccante involucro di pasta fritta di forma rotonda che viene forato in superficie e riempito con patate, ceci, cipolla, un mix agrodolce di tamarindo e una miscela liquida di coriandolo, menta ed acqua piccantissima. La prerogativa del pani puri è di mangiarlo in un sol boccone (un’impresa piuttosto eccezionale!).
Troviamo poi i dosa, una specialità del Sud, molto simili a delle crepes croccanti ma di dimensioni decisamente superiori, fatte di pastella di riso e lenticchie con all’interno un ripieno speziato di verdure. Sono sempre accompagnati da una salsa a base di cocco ed una a base di verdure.
Sono poi molto comuni anche il pav bhaji (un soffice panino ripieno di curry di verdure, tipico dello stato del Maharashtra, il papri chaat (un piatto a base di croccanti cialde di farina fritte, patate, yogurt, salsa al tamarindo ed altre spezie), il chole bhature (ceci speziati accompagnati da un pane fritto a base di farina di maida) e il jhal muri (riso soffiato con olio di mostarda, spezie, cipolla e limone).
SALUTE E IGIENE
A causa delle scarse condizioni igieniche, è vivamente sconsigliato mangiare verdure crude e frutta acquistata per strada, visto che spesso sono state sciacquate con acqua di provenienza ignota. Ovviamente, poi, è vivamente consigliato bere solo acqua venduta dentro bottiglie sigillate (controllate sempre prima di bere!), e non quella del rubinetto e nemmeno bevande che contengano ghiaccio.
Per scongiurare la disidratazione, e per mantenersi in salute durante il viaggio, è importante bere molta acqua.
E’ consigliato portare con sé del disinfettante per le mani. Sconsigliamo di sdraiarsi o sedersi sul letto con i vestiti indossati durante la giornata trascorsa all’aperto.
Consigliamo inoltre di portare farmaci per la dissenteria e altri problemi intestinali, pomate repellenti per gli insetti (facilmente reperibili anche in loco), e una crema solare ad alta protezione, soprattutto nei mesi estivi. Comunque, nelle principali città – ma anche in quelle più piccole – ci sono farmacie molto fornite, dove potete trovare la maggior parte dei farmaci che trovereste anche in Occidente.
Infine, nonostante non sia obbligatoria per entrare in India, per partecipare ai nostri tour è necessario stipulare un’assicurazione sanitaria di viaggio, al fine di evitare inutili preoccupazioni e di non incorrere in eventuali problemi in caso di necessità.
In India ci sono ottime strutture mediche private che possono vantare standard europei (ma anche prezzi europei).
Nonostante non sia obbligatoria alcuna vaccinazione, è comunque consigliato rivolgersi al proprio medico curante, o a chiunque di competenza, per valutare la necessità o meno di effettuare vaccini contro l’epatite A e B, il colera, il tifo e il richiamo antitetanico.
Di seguito i link per collegarvi direttamente al sito della Farnesina, qualora voleste avere informazioni aggiuntive al riguardo.
http://www.viaggiaresicuri.it/salute-in-viaggio.html/
http://www.viaggiaresicuri.it/paesi/dettaglio/india.html
PERICOLI, CONTRATTEMPI E TRUFFE
In generale, l’India è un Paese piuttosto sicuro dal punto di vista della micro e macro criminalità, e le grandi città non sono più pericolose delle capitali europee e italiane.
Nonostante questo, ci sono dei piccoli accorgimenti che, se adottati, vi aiuteranno a non cadere in situazioni spiacevoli, senza dimenticare che, ovviamente, valgono le comuni norme di buon senso che vi tengono al sicuro in ogni altro Paese e città del mondo.
La prima regola in India è: contrattate! Non importa che stiate comprando del cibo, piuttosto che dei gioielli; non appena un commerciante indiano vedrà uno straniero, automaticamente il prezzo salirà, a volte fino a raddoppiare.
Questo vale anche per le corse in taxi e con i rickshaw: prima di accettare una corsa chiedete sempre all’autista di accendere il tassametro e, nel caso dei rickshaw, accordatevi prima sul prezzo.
Nei mercati, non fidatevi mai delle “guide autorizzate” (con tanto di badge) che si propongono di aiutarvi a trovare ciò che state cercando. Queste persone sono spesso d’accordo con i negozianti, che gonfieranno i prezzi per dare loro una percentuale.
(Anche qua potremmo rimandare alla pagina della Farnesina. http://www.viaggiaresicuri.it/paesi/dettaglio/india.html)
ABBIGLIAMENTO
Sebbene non esista un dress code specifico, in India, è comunque consigliato, specialmente per le donne, indossare sempre abiti che coprano le gambe e che non lascino le spalle scoperte.
In quasi tutti i templi è obbligatorio rimuovere le scarpe all’ingresso; vi consigliamo pertanto di portare con voi dei calzini, qualora dovesse darvi fastidio camminare scalzi.
Per le donne, inoltre, è raccomandabile avere sempre con se una pashmina (scialle) per coprire il capo, in quanto in alcuni templi e in tutte le moschee è sconveniente oppure vietato entrare se non la si indossa. Vi tornerà molto utile anche in locali, ristoranti e altri ambienti chiusi, per coprirvi le spalle; gli Indiani amano l’aria condizionata, specialmente nei mesi più caldi!
Per quanto riguarda le scarpe, vi consigliamo di non comprarne di nuove, ma piuttosto di utilizzare un vecchio paio che magari stavate pensando di buttare.
Questo perché le strade Indiane sono molto sporche e dissestate e, di conseguenza, le scarpe tendono a sporcarsi e rovinarsi facilmente.
Se possibile, vi consigliamo di portare sia un paio di ciabatte di gomma, utili durante i monsoni, quando le strade possono allagarsi per qualche ora, sia un paio di scarpe chiuse, molto più comode per camminare.
COSA METTERE IN VALIGIA
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Un adattatore elettrico
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Una macchina fotografica o una telecamera
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Una piccola torcia elettrica
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Abbigliamento pratico (meglio se in cotone) e qualche capo più pesante per i tour nel periodo invernale. Per le donne è raccomandabile portare abiti non scollati, che coprano gambe, spalle e decolletè
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Una carta bancaria per prelevare denaro contante
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Una fotocopia del passaporto in caso di smarrimento
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Un kit di primo soccorso per i piccoli inconvenienti e i disturbi intestinali, fermenti lattici
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Per le donne, un foulard per coprire il capo
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Protezione solare
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Occhiali da sole
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Repellente per zanzare
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K-way, soprattutto durante le stagioni dei monsoni
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Un libro per i lunghi viaggi in treno
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Un paio di comode scarpe da tennis e un paio di ciabatte in gomma
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Un lucchetto (meglio se di quelli con combinazione) per lo zaino e la camera d’albergo
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Un gel disinfettante per le mani
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Per coloro più esigenti sull’igiene, un sacco lenzuolo per le notti che passeremo in treno
- Una mascherina da notte e tappi per orecchie per i viaggi in treno
- Un asciugamano in microfibra